Analisi chimiche, fisiche e microbiologiche su tutti i prodotti alimentari, come vini e olio...ma anche terreni ed acque
Con adeguate
strumentazioni la Sea s.a.s. è in grado di eseguire le analisi
previste dagli attuali metodi ufficiali.
È stata autorizzata dal Ministero Agricoltura e Foreste fin dal 1986 al rilascio dei Certificati di analisi validi
ai fini dei controlli ufficiali e dell'esportazione dei vini. E' iscritta nell'elenco della Regione Lazio (D.G.R. N. 1020 del 22.11.2005) per l'effettuazione delle analisi relative all'autocontrollo dell'igiene con il metodo H.A.C.C.P.
Sea è un laboratorio accreditato alla Accredia, certificato N.0423, alla norma
UNI CEI EN ISO / IEC 17025 ...
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La Sea fornisce
assistenza tecnologica nei seguenti comparti:
- Vitivinicolo dall'impianto dei vigneti all'imbottigliamento dei vini.
- Elaiotecnico dall'impianto dell'oliveto allla molitura ed imbottigliamento.
Elabora manuali personalizzati per la corretta prassi igienica secondo le norme del Reg CE 852/2004 – 853/2004 - H.A.C.C.P. per tutte le industrie alimentari e per gli esercizi commerciali compresa la somministrazione
Elabora procedure per la tracciabilità e rintracciabilità degli alimenti Reg CE 178/2002... ...
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Progettazioni e restaurazione stabilimenti enologici ed oleari
Sea s.a.s. degli enologi Ciarla e Vinciguerra studia,
ex novo, ed adegua, nelle ristrutturazioni, i know-how sia per
utilizzatori che per società di impiantistica.
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Con i propri tecnici assiste nelle revisioni di analisi e nei contenziosi.
Con l'ausilio di Avvocati specializzati, prepara memorie difensive.
"LegVin"
è un programma computerizzato per la ricerca delle norme
legislative del settore vitivinicolo attraverso parole chiave
con aggiornamento immediato per via telematica che inserisce
le nuove disposizioni direttamente nell'archivio e nel motore
di ricerca. Assistenza nelle revisioni di analisi e preparazione
di memorie difensive.
— Corsi teorico pratici per operatori nella filiera alimentare ai fini H.A.C.C.P. con consegna di relativo Attestato (come da delibera della Giunta Regionale 8 marzo 2002 N. 282) che sostituiscono i Libretti Sanitari
— Corsi teorico-pratici per la formazione di cantinieri professionisti.
— Corsi di degustazione dei vini sia in sede che presso Aziende
— "VINO PER HOBBY" è l'organizzazione
di corsi mirati a 2 distinti scopi:
— Corsi teorico-pratici
finalizzati alla produzione per il consumo famigliare:
— Conduzione di un piccolo vigneto,
— Trasformazione
dell'uva in vino e derivati (spumante, aceto, grappa, vermut,
ecc.) e confezionamento.
— Corsi teorico-pratici
finalizzati alla trasformazione del "bevitore" in
"degustatore".
SARDEGNA, QUANDO IL VINO È UN "AFFARE DA DONNE"
Marianna Mura e il suo vermentino premiato al Vinitaly
Vino da donna, si diceva un tempo.
A bassa, e quindi assai poco virile, gradazione alcolica e tendente al dolciastro.
Roba da profani.
Acqua, anzi vino, passato.
Le signore ormai sono esperte del tralcio.
Non solo nella titolata Toscana dove le nobildonne da tempo producono Chianti. Una delle menzioni speciali del Vinitaly che la terra del vermentino ha portato a casa si deve (anche) al lavoro di una gentile fanciulla.
Lei è Marianna Mura, trent'anni ancora da compiere, laureanda in Enologia.
Il vino, manco a dirlo un vermentino, è il Sienda, tesoro di casa Mura, quattro fratelli che hanno seguito e perfezionato l'attività del padre Filippo.
La ragazza è brava, ha le idee chiare e non si è montata la testa.
Tre requisiti che raramente si trovano tutti insieme.
Ci tiene a suddividere equamente i meriti.
Con Dino Addis, direttore della cantina sociale di Tempio, consulente esterno e in qualche misura maestro (lui a casa ha portato tre medaglie d'argento).
Con il fratello Salvatore, 33 anni, «il vero motore dell'azienda».
Con il babbo Filippo che quei vitigni li ha piantati trent'anni fa e li conosce meglio delle sue tasche.
È un'azienda piccola, quella dei fratelli Mura, venti ettari di terra ad Azzanidò e 45.000 bottiglie l'anno che prendono la strada delle enoteche, degli wine bar e dei ristoranti.
Un mercato di nicchia.
Quattro vini prodotti, due rossi e due bianchi, il Sienda, vermentino di Gallura docg è la punta di diamante.
«Quando abbiamo ricevuto la menzione nella categoria dei bianchi, mi sembrava di sognare. Negli anni scorsi avevamo già avuto due riconoscimenti per il Baja, il rosso, ma lì per noi sardi è più facile, tra i bianchi ci sono vini veramente grandissimi, inarrivabili».
La ragione del successo?
«Credo che oggi ci sia una tendenza generale al gusto particolare, legato a un determinato luogo. Piace il vitigno autoctono. Ci sono grandi vini internazionali, che sono perfetti ma magari non ti danno la stessa emozione».
Com'è nata la passione per il vino?
«L'amore per la terra fa parte di me. Vivo in campagna da quando avevo cinque anni. L'idea di occuparmene in maniera professionale però è recente. Ero iscritta in Scienze biologiche, vicino alla laurea quando ho deciso di cambiare e studiare Enologia nella facoltà di Oristano. Poi ho fatto stage in Veneto, in Franciacorta proprio per cercare di specializzarmi sul bianco».
Non ci sono diffidenze verso una donna, per giunta giovane, che si occupa di vino?
«Direi di no. Magari da noi è ancora un po' anomalo, anche se ci sono le sorelle Argiolas che lo fanno da anni. Tradizionalmente è l'uomo che si occupa della terra. Devo dire che questo tipo di divisione esiste anche da noi per ragioni legate alla forza fisica. È mio fratello che, assieme a mio padre, cura il vigneto. Io entro in gioco in cantina, mi piace la parte tecnica. E qui si gioca ad armi pari».
Come bevono i sardi?
«In generale, amano il rosso, il cannonau. I galluresi invece sono forti sostenitori del loro vermentino. Sono piuttosto competenti e amano confrontare».
Progetti futuri?
«Alcuni riguardano strettamente il vino. Mi piacerebbe produrre una bottiglia cru dai vecchi vigneti e sto lavorando in laboratorio per ricavare lieviti dalle nostre uve e fare un vino che sia Mura al cento per cento. Mi piace molto sperimentare. Anche perché oggi fare un vino cattivo è difficile, ti devi impegnare davvero. La scommessa è farne uno che si distingua».
E quelli che non riguardano il vino?
«Riguardano l'azienda. Vogliamo realizzare una locanda dei sapori con degustazioni. In Sardegna abbiamo tante aziende che hanno la possibilità di sfruttare il turismo enogastronomico. Mica solo per i turisti in estate. Ci sono anche i sardi che si spostano e amano bere e mangiare bene».
Cosa c'è dietro un buon vino?
«Passione. È importante far sognare la gente, anche quando sta degustando un vino».